“Complimenti, hai letto il titolo. Ora prova a capire l’articolo”

 Abbiamo deciso di usare un titolo molto provocatorio per farvi capire ciò che stiamo vivendo soprattutto nell'ultimo periodo. Una piaga, che non colpisce solo noi ma un'alta percentuale di italiani.L’analfabetismo funzionale è una delle grandi fragilità nascoste della nostra società contemporanea: non riguarda la capacità elementare di leggere e scrivere, ma quella, molto più complessa, di comprendere davvero ciò che si legge, interpretare un testo, collegare le informazioni e usarle in modo corretto nella vita quotidiana. Chi è funzionalmente analfabeta decifra le parole, ma spesso non coglie il senso profondo del discorso, il contesto, la logica dei passaggi. È una condizione che non si vede a occhio nudo, ma emerge nei piccoli gesti quotidiani: una comunicazione dell’ASL fraintesa, un articolo interpretato al contrario, un modulo letto distrattamente, un’istruzione ignorata. E diventa ancora più evidente online, sotto i post e i commenti di Facebook, dove ogni giorno vediamo persone rispondere con convinzione a ciò che non hanno realmente letto, oppure attribuire significati completamente distorti a frasi semplici. È lì che ci rendiamo conto di quanto questo problema sia reale, presente e trasversale, perché riguarda tutte le generazioni, senza distinzioni di età, titolo di studio o condizione sociale.


In Italia le stime più accreditate parlano di oltre il 25–28% della popolazione adulta con competenze di lettura e comprensione insufficienti per affrontare con serenità le richieste del mondo moderno. Un dato enorme, che pesa sulla qualità del dibattito pubblico, sulle scelte personali, sul rapporto con le istituzioni, sulla capacità di orientarsi tra moduli, documenti, notizie, messaggi medici e informazioni online. L’analfabetismo funzionale non dipende dall’intelligenza, ma da un percorso culturale debole, dalla mancanza di esercizio, da un sistema scolastico che per troppi anni ha privilegiato la memorizzazione a scapito dell’interpretazione critica.


Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: persone che confondono opinioni con fatti, che reagiscono impulsivamente a parole neutre, che leggono solo ciò che conferma le proprie convinzioni, che fraintendono istruzioni semplicissime o cadono vittima di fake news e narrazioni manipolate. E nella dimensione dei social questo fenomeno si amplifica, perché la velocità con cui si commenta non lascia spazio alla comprensione profonda. Quante volte lo vediamo? Un titolo letto, il resto ignorato. Un concetto estrapolato dal contesto. Una frase travisata che scatena discussioni interminabili. E a questo punto, mi chiedo sinceramente: quanti di voi leggeranno davvero fino in fondo questo articolo, e quanti invece si fermeranno al titolo, traendo conclusioni affrettate?


Combattere l’analfabetismo funzionale richiede un impegno collettivo e costante: promuovere la lettura, semplificare il linguaggio istituzionale, formare i giovani al pensiero critico, incoraggiare gli adulti a restare curiosi e a non smettere mai di imparare. Serve costruire una cultura della comprensione, non solo dell’informazione. Perché una società che non comprende ciò che legge diventa fragile, vulnerabile, manipolabile. E un Paese che non investe nella capacità dei propri cittadini di interpretare la realtà rischia di restare indietro, in silenzio, sotto il peso di parole lette ma mai davvero capite.


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