Francolise / Casapesenna – Esorcismi, violenze e sangue: la Cassazione conferma la condanna a 13 anni per il sacerdote
Una vicenda cupa, segnata da sofferenze indicibili e rituali violenti compiuti all’interno della «Piccola casetta di Nazareth», istituto religioso di Francolise, piccolo centro dell’Agro Caleno. È lì che, secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti, si sarebbero verificate parte delle violenze e dei maltrattamenti al centro del processo che ha visto imputato don Michele Barone.
Il sacerdote, divenuto negli anni un punto di riferimento nazionale nel campo delle presunte apparizioni mariane e dei riti di liberazione dal male, aveva cominciato a praticare — senza alcuna autorizzazione ecclesiastica — esorcismi e rituali violenti su una ragazzina appartenente a una famiglia casertana. La giovane, sottoposta per mesi a vessazioni fisiche e psicologiche, viveva in uno stato di confusione profonda: provava ribrezzo verso il sacerdote, ma allo stesso tempo pensava di sentirsi “meglio” dopo le sedute, sebbene spesso finissero con lei coperta di sangue. È stata la stessa vittima a raccontare tutto a psicologi e magistrati della Procura di Santa Maria Capua Vetere.
Nel 2018, grazie alle registrazioni effettuate dalla sorella della ragazza, don Barone fu arrestato insieme ai genitori della minore. Un funzionario di polizia coinvolto nelle prime fasi dell’indagine venne invece scagionato da ogni accusa. Anche la Chiesa intervenne in quell’anno, sospendendo Barone dalla celebrazione della Messa e dall’amministrazione dei sacramenti.
A distanza di anni, la vicenda arriva davanti alla Sesta Sezione della Corte Suprema di Cassazione, chiamata a esprimersi su un tema mai affrontato prima a questo livello:
gli esorcismi, se praticati in ambito religioso con il consenso dell’interessato, possono giustificare condotte violente?
Secondo quanto pubblicato dall’avvocato Carlo Taormina, legale del sacerdote, la Suprema Corte era chiamata a valutare se tali rituali potessero rappresentare una forma di trattamento giustificato sul piano consuetudinario. Ma, allo scoccare della mezzanotte, la decisione è arrivata:
> La Cassazione ha stabilito che l’esorcismo, quando comporta violenze fisiche o lesioni, è reato.
La condanna nei confronti di don Michele Barone e degli altri imputati è stata confermata: 13 anni di reclusione.
L’avvocato Taormina, pur dichiarando rispetto per la sentenza, ha espresso dissenso verso la decisione.
Per la Suprema Corte, però, non ci sono dubbi: nessun rituale religioso può trasformarsi in una pratica capace di giustificare violenze, soprusi o “trattamenti” che mettono a rischio l’incolumità delle persone, tantomeno di una minore.

Commenti